Gli investitori preferiscono sempre più investire in aziende che danno priorità alle pratiche ESG.

Implementare le pratiche ESG nella strategia aziendale può portare ad un miglioramento della reputazione e ad una maggiore fedeltà dei clienti, in quanto un sempre maggior numero di consumatori preferisce prodotti e servizi di aziende che danno priorità alla sostenibilità.

La sostenibilità è una leva che può attirare e mantenere i talenti in azienda. Infatti, i giovani sono sempre più attenti agli impegni sociali ed ambientali dell’azienda per cui lavorano.

Integrare i temi ESG nel proprio modello di business può aiutare a mitigare i rischi associati ai cambiamenti climatici, alle modifiche normative e alle interruzioni della catena di approvvigionamento, oltre ad altri potenziali pericoli.

L’implementazione delle pratiche ESG può portare ad un ridimensionamento dei processi aziendali in ottica di sostenibilità. Queste innovazioni possono aiutare le aziende a rimanere competitive e ad ottenere un vantaggio sul mercato.

Molte pratiche ESG possono anche portare a significativi risparmi sui costi. Ad esempio, la riduzione del consumo energetico può ridurre le bollette, mentre la riduzione dei rifiuti può ridurre le spese di smaltimento.

Gli investitori, i finanziatori e le altre istituzioni finanziarie considerano sempre di più i fattori ESG quando prendono decisioni di investimento. Le aziende che danno priorità alle pratiche ESG possono essere percepite come più sostenibili e in grado di gestire meglio i rischi, con conseguenti punteggi di credito più alti e costi di finanziamento più bassi.

Il Bilancio di Sostenibilità è uno strumento fondamentale per le aziende che vogliono riferire sulle loro prestazioni ESG e dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale.

I criteri ESG (Environmental, Social, and Governance) sono indicatori utilizzati dagli investitori e da altri stakeholder per valutare le prestazioni di un’azienda in materia ambientale, sociale e di governance.
I tre punti sono:

L’impatto di un’azienda sull’ambiente, compreso l’utilizzo di energia e risorse, le emissioni di gas serra, la gestione dei rifiuti e altre iniziative utili a ridurre l’impatto nell’ecosistema.

L’impatto di un’azienda sulla società, comprese le pratiche di lavoro, i diritti umani, l’impegno nella comunità, l’approccio alla diversità e all’inclusione e altre questioni di responsabilità sociale.

Si riferisce alla struttura e alle pratiche di governance interna di un’azienda, alla sostenibilità e alla responsabilità sociale ed alla trasparenza nelle relazioni.

Attualmente l’obbligo di redigere un Bilancio di Sostenibilità in Italia si applica alle società quotate e agli enti pubblici tenuti a rispettare la direttiva CSRD dell’UE. A partire dal 1° gennaio 2026, l’obbligo sarà steso a tutte le aziende che abbiano superato almeno due dei seguenti criteri: più di 250 dipendenti, ricavi netti superiori a 40 milioni di euro e un attivo patrimoniale di almeno 20 milioni di euro.

In generale, qualsiasi azienda, quotata o meno, profit o no profit, può scegliere di redigere un Bilancio di Sostenibilità per comunicare il proprio impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale.